ILMIOLIBRonline: ha vinto "In nome del rock italiano"
Pubblicato il 3 Gennaio 2018
Grande attenzione ha destato la conclusione del premio letterario ILMIOLIBRonline 2017, dove trionfa In nome del rock italiano. Il 3 novembre si è voluto premiare questo testo quasi sperimentale, metà romanzo e metà antologia minimale.
Al secondo posto si è piazzata l’autobiografia di Enrico Ruggeri “Sono stato più cattivo”. Il cantautore milanese nel suo testo è stato sereno e sincero: «Mettere per iscritto la mia vita è stato un percorso molto duro, con momenti di autentico dolore», ha scritto nell’ultimo capitolo di «Sono stato più cattivo», la sua autobiografia di 240 pagine uscita per la Mondadori. E ancora: «Non mi sono mai aperto veramente con nessuno, fino al momento in cui ho scritto questo libro».
Segue Teresa Ciabatti con il romanzo “La più amata”. Un’indagine per chiarire chi si ha come genitore. Insomma, questo il quesito dell’autrice e dei lettori, chi è Lorenzo Ciabatti? Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore, violento? Un potente che forse ha avuto un ruolo in alcuni degli eventi più bui della storia recente?
Sua figlia,la bambina bella e coccolata è diventata una ragazzina fiera e arrogante, indisponente e disarmante. Ingrassa, piange, è irascibile, manipolatrice, è totalmente impreparata alla vita. Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo, e si ritrova immersa nel liquido amniotico dolce e velenoso che la sua infanzia è stata: domande mai fatte, risposte evasive.
Quindi, “Il labirinto degli spiriti” di Carlos Ruiz Zafon. Lo scrittore presenta un romanzo inebriante, fatto di passioni, intrighi e avventure. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo rovescio, un riflesso maledetto della città. E arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l’apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l’arte di raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.
E, infine, il fenomenale “Le otto montagne” di Paolo Cognetti. Pietro è un ragazzino di città. La madre lavora in un consultorio di periferia e si fa carico dei problemi altrui. Il padre è un chimico, un solitario, e torna a casa ogni sera con l’aria di chi è stato deluso dal mondo. I due coniugi, per grande fortuna, sono uniti da una passione comune, la montagna. Quella montagna che li ha uniti da sempre, anche nell’orizzonte grigio di Milano. Quando scoprono il paesino di Graines sentono di aver trovato il posto giusto per il loro Pietro.
Il bambino trascorrerà tutte le estati con Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma si occupa del pascolo delle vacche. E ha una visione realistica del mondo.